
«In giornata il decreto va al Quirinale, deve andare al Quirinale. È stato scritto tanti giorni fa ed è pronto». È quanto dichiarato dal vicepremier Luigi Di Maio a Radio Capital alla trasmissione Circo Massimo riferendosi al decreto Genova. «È stata data una interpretazione che il ministero dell’Economia voleva fermarlo, in realtà entro stanotte la ragioneria dovrebbe bollinarlo».
Il decreto Genova prevede norme per una rapida ricostruzione del ponte «senza dare la possibilità di dare ad autostrade di mettere una pietra», ha sottolineato Di Maio, spiegando che in base alla relazione finale degli ispettori Autostrade doveva fare molte cose che non ha fatto. «Quella relazione ci apre una prateria per revocare la concessione. In quella relazione c’è scritto che autostrade aveva la responsabilità ed è stata la responsabile per la distruzione del ponte».
Il Governo smentisce la carenza di coperture finanziarie. «Quanto alle notizie diffuse sul decreto emergenze e sulle presunte carenze di coperture finanziarie che sarebbero all’origine di ritardo nella sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, si precisa che queste notizie non corrispondono al vero» si legge in una nota della Presidenza del Consiglio che precisa: «Gli interventi in conto capitale sono integralmente finanziati. Parimenti, quelli di parte corrente sono integralmente finanziati per il 2018 e, in parte, per gli anni successivi. Per la parte residua, sarà data copertura nella prossima legge di bilancio, che sarà presentata al Parlamento il 20 ottobre». I «Nessun ritardo – concluede la nota – per l’avvio delle misure di sostegno contenute nel decreto tant’è che dal Mef hanno appena confermato di avere terminato le valutazioni di propria competenza e che il decreto legge sta per essere inviato al Quirinale».
Nel dibattito interviene anche il governatore della Liguria Giovanni Toti: «Stupiscono e preoccupano le voci di un ulteriore stop al Decreto Genova, fermo, a quanto pare, alla Ragioneria dello Stato, ancor prima di arrivare al vaglio della Presidenza della Repubblica dove, secondo gli annunci, sarebbe dovuto arrivare già da alcuni giorni. Mi chiedo – aggiunge – se non sia più opportuno il ritiro del Decreto per ricominciare da capo su basi più solide, condivise e realistiche».